Donazione di beni ai figli: cos’è e come funziona

Oltre che essere un modo molto comune per lasciare una casa ai propri eredi senza passare per il testamento, le donazioni di beni ai figli sono una modalità lecita per arricchire altri individui in modo quasi del tutto irrevocabile.

Spiegheremo nel corso di questo articolo cosa intendiamo con “quasi del tutto irrevocabile”.

Inoltre, vedremo cos'è la donazione, come si costituisce e in che modo vengono tutelati gli eredi legittimari.

Che cos'è la donazione ai figli

Una donazione è un vero e proprio contratto da sottoscrivere di fronte a un notaio alla presenza di due testimoni.

Gli elementi principali della donazione sono:

Come si fa una donazione di beni ai figli

Come accennato sopra, la donazione è:

La presenza del notaio è dovuta alla stessa necessità di atto pubblico: la donazione di beni ai figli è infatti un gesto importante, che ha un effetto concreto sul patrimonio.

Il genitore che effettua la donazione deve essere infatti capace di intendere e di volere e consapevole sia delle conseguenze della donazione sia dell'atto stesso.

A cosa serve la donazione di beni ai figli

Un caso molto comune con il quale veniamo a contatto è quello del genitore che desidera effettuare un passaggio generazionale del patrimonio: donare la casa ai figli è un modo per dare loro una sicurezza patrimoniale immediata, ad esempio.

In molti casi nel contratto di donazione ai figli vengono inserite delle clausole relative all'assistenza del genitore stesso, anche se chiaramente non si tratta di una condizione obbligatoria.

In caso di trasferimento immobiliare invece si può configurare un contratto di usufrutto, laddove la proprietà passa il figlio ma il genitore di abita  abita in un immobile vita natural durante.

Sono tutte modalità comuni.

Donazione di beni ai figli, una parte di eredità?

Sorgono spesso molti dubbi per quanto riguarda la differenza tra donazione e testamento.

Infatti se da un lato la donazione è soggetta a revocazione in caso di sopravvenienza di figli, cioè nel caso il donante scopra di avere figli o discendenti in seguito alla donazione, o già ne abbia, d’altro canto la donazione fatta a legittimari è considerata un anticipo di eredità.

Questo significa che una volta che il donante sarà venuto meno, la donazione verrà contata all'interno della quota riservata.

Ciò significa che gli eredi legittimari sono sempre in qualche modo protetti.

Come vengono tutelati gli eredi legittimari

Quando si effettua una donazione di beni ai figli bisogna sempre considerare quali sono i propri eredi legittimari.

Per chi non ricordasse la definizione: i legittimari sono i destinatari della quota di eredità, la cosiddetta legittima, che spetta loro anche contro la volontà del defunto punto. Ma soprattutto, la quota legittima spetta ai legittimari anche se il defunto ha già donato ad altri.

Questo è un altro motivo per cui è opportuno che un notaio vi segua non solo durante la stesura dell'atto pubblico, ma anche durante la scelta delle forme giuridiche migliori per evitare contenziosi futuri con i legittimari.

I calcoli da effettuare per stabilire la quota legittima e la conseguente possibilità o meno di effettuare una donazione di beni ai figli sono molto complessi, ma necessari per determinare se una donazione sarà o meno invalidata o modificata in futuro.

Quando una donazione di beni ai figli non è valida

È purtroppo molto comune l'azione di riduzione, quando cioè a decesso sopraggiunto del donante i legittimari si fanno avanti perché percepiscono la precedente donazione come lesiva dei propri diritti.

L'azione di riduzione sostanzialmente rende inefficaci le donazioni.

Per riassumere,  la donazione si può revocare quando:

 

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